La bellezza sta nelle piccole cose.
E forse è proprio per questo che le piccole cose. poi, diventano grandi. Forse enormi. Si, credo di aver trovato la frase che meglio racchiude la nostra relazione.
Questo racconto vuole raccontare la seconda parte della mia relazione con Francesco.
Ci siamo lasciati al Natale 2019: c’era stato il grande incontro con la famiglia di Francesco seguito da quello con la mia famiglia a febbraio 2020… esattamente prima che il Covid esplodesse in tutta Europa.
Ed è proprio in quel periodo caotico e inquietante che Francesco decise di tornare in Puglia. Nel caso fosse accaduto il peggio, voleva essere vicino alla sua famiglia.
Sempre in quei mesi, a marzo 2020, Francesco avrebbe concluso la sua laurea triennale. Ovviamente io non sarei, mancata per nessuna ragione al mondo.
Ed è qui che, signore e signori catturo la vostra attenzione: sono andata in Puglia per fargli una piccola sorpresa e presenziare alla laurea (una cerimonia a distanza visto il caos). Alla fine, ci sono rimasta per tre mesi. Ebbene si, proprio il giorno successivo al mio arrivo, lo Stato Italiano ha dichiarato l’allerta e bloccato tutti i mezzi di trasporto interni.
Abbiamo quindi trascorso un mese e mezzo a casa della zia Lina, cercando di disturbare il meno possibile (con scarso successo, devo ammettere), e il restante mese e mezzo a casa della famiglia Carratta.
Inizialmente ho descritto questo periodo come caratterizzato da giornate interminabili, ma in realtà, per me, è stato tutt’altro che negativo. I giorni si sono caratterizzati da una conoscenza profonda dei nostri esseri, non solo miei e di Francesco ma, anche di gran parte della sua famiglia. La sua mamma, Manuela, non mi doveva assolutamente nulla: alla fine, ero solo una quasi sconosciuta che è piombata a casa sua senza neanche chiedere il permesso. Eppure, da lei ho ricevuto tutto. Non mi ha mai fatto pesare la mia presenza, anzi, mi ha accudito come solo una mamma sa fare con i propri figli. E per questo, e molto altro, io le sarò per sempre grata.
Poi c’era Gioia, sorella minore, che ha colmato la distanza fisica tra me e mia sorella facendomi fare tutte quelle cose che non mi appartengono, e intrattenendomi con attività infantili ma pur sempre divertenti. Infine, Roberto, il babbo, capace di essere autentico in ogni occasione. Non di troppe parole (se non necessarie), ma una presenza che non mette a disaggio ma che ti abbraccia con lo sguardo.
Quando il periodo di reclusione è finito, sono tornata per un pò dalla mia famiglia in Toscana, per poi passare il resto dell’estate in Puglia.
Ci siamo ritrovati tutti quanti a Milano tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Le nostre giornate erano divise tra studio, lavoro e qualche uscita sporadica. Le restrizioni erano ancora in atto, conseguentemente la voglia calava e la città mutava con noi.
Abbiamo passato molto tempo in casa, imparando a conoscerci attraverso la quotidianità e scoprendo nuovi lati di noi stessi, modellati dai cambiamenti che vivevamo.
Quel periodo è stato caratterizzato dall’assenza di stimoli, di divertimento e di novità, portando con se malumori e malesseri derivati dalla mancanza di rappresentazione delle necessità di Francesco. Dopo una serie di eventi e discussioni, è arrivata l’opportunità che è stata per noi un punto di ripartenza: il suo stage presso Nestlé. A Losanna.
(FYI: Losanna è in Svizzera, vicino Ginevra)
E qui, vi chiederete: come può la distanza risolvere un periodo difficile per una coppia?
Amici, non lo so. E sono sicura che non sia una legge universale. Ma per noi ha funzionato.
Ci ha permesso di riscoprirci, di scoprire un nuovo posto e di trovare la serenità che a Milano avevamo perso.
E così, col passare dei mesi, la nostra relazione si è intensificata ancora di più. Ci siamo laureati entrambi, lo stesso giorno, alla stessa ora. Ci ripenso e sorrido, chiedendomi ancora una volta se è stato il destino a scegliere per noi o se ci siamo scelti al momento giusto.