AsyaCologni

Perché adesso?

Milano · 27 Febbraio 2022

Ciao miei cari lettori/lettrici,

vi aspettavate un ritorno col botto, con una storia super romantica, lo so ma, per il momento, lasciamo decantare questo argomento nella cartella del mio ormai obsoleto computer.

 

Il mio cuore, la mia testa e tutto il mio corpo da questa mattina (h.6.43) sono completamente concentrati su un conflitto che mai mi sarei aspettata iniziare. Sapete tutti a che cosa mi sto riferendo: l’attacco (se non vogliamo definirla guerra…) della Russia all’Ucraina.

La prima reazione è stata in realtà fin troppo calma da parte mia, forse perché ero nel mio letto, sotto un caldissimo piumone e forse perché non avevo veramente messo a fuoco ciò che sta succedendo.

Il mio pensiero si è evoluto durante la giornata, soprattutto quando sono arrivata in università e ho realizzato che Instagram, Twitter, tutto l’Internet e i giornali non parlano d’altro.

Al che ho iniziato a domandarmi come una persona che guida uno Stato, un’enorme Stato, che dovrebbe seguire un certo criterio, che si presuppone compia delle azioni con un senso logico (condiviso da tutti tranne che da lui), sia capace di intraprendere una guerra in un momento storico di questo genere. Perché lo fa? C’è un reale motivo o è solo che è un egocentrico e egomaniaco?

Il fantastico “Presidente” ha ben deciso di de-nazificare l’Ucraina ma la domanda principale è: ”Ma chi te l’ha chiesto?”. L’Ucraina non è mai stata più libera, dovrebbe chiarirsi un pò le idee perché secondo tutto il resto del mondo ma soprattutto secondo l’Ucraina stessa, è lui l’unico nazista che dovrebbe sloggiare.

Poi è avvenuto lo step successivo, perché adesso? Perché dopo 2 anni di pandemia? Perché nel 2022?

Io ho 22 anni, ho iniziato l’università da 3 anni di cui 2 e mezzo in Dad, non ho avuto l’opportunità di vivere questa esperienza a pieno a causa di una terribile pandemia (e sappiamo che ormai conosco bene questo virus), a luglio mi dovrei laureare, non mi merito tre anni di vita composti da virus e guerra, nessuno li merita.

Parlo per me ma parlo per tutti, indipendentemente dalla loro storia, dal loro presente e dal loro futuro.

Probabilmente mi sto solo fasciando la testa prima di essermela rotta ed è la cosa che più mi auguro, mi auguro che le sanzioni che stanno presentando abbiano un peso, una rilevanza, mi auguro che questo sia veramente solo un avvertimento e che i giornali vogliano soltanto vendere  e che questo non sia il più grande conflitto dopo la 2° Guerra Mondiale.

 

Credo che la mia reazione sia condizionata dal rapporto che io ho avuto con questa terra, ho vissuto nella sua capitale, ne conosco le strade e la gente, la mia amica Alice ha vissuto la guerra del 2014 in prima persona, lei aveva 15 anni sa che cosa sta per arrivare, le mie compagne di corso vivono a Kiev, Odessa e sono terrificate da quello che sta succedendo, vivono con le valige pronte sulla porta per scappare da città che sono la loro casa.

 

Sono convinta che questo mio mix di emozioni accomuni un pò tutti e tendo a sottolineare che non è minimamente mia intenzione diffondere il panico tantomeno fare dell’informazione, sapete bene qual’è il “fine” di questo non-luogo, se siete nuovi potete dare un’occhiata al primo articolo. Se invece mi leggete è perché come si suol dire “nella buona e nella cattiva sorte”.

Questa è stata la mia giornata e volevo condividerla con voi, è pur sempre un frammento di vita.

 

 

 

N.B. Questo articolo è stato scritto il 24/02, per questioni di coraggio pubblicato solo il 27/02.